L'Avvento della Macro-mente

Impatto delle Tecnologie della comunicazione sull'evoluzione della società umana.
Un'ipotesi futurologica


di Antonello Maggipinto


Sommario introduttivo

Lo sviluppo dei processi comunicativi accompagna di pari passo l'evoluzione delle comunità biologiche. La trasformazione in un macro-organismo, dotato di propria individualità specifica, sarebbe per la futura società umana uno dei possibili punti di paradigma.
Con questo saggio si tenta di fornire argomenti e riflessioni, utili per definire un possibile scenario macroevolutivo del contesto sociale. Attraverso un'analisi, suffragata dalla citazione di numerosi studi ed esperienze, si esplorano gli orientamenti metamorfici della società umana, che incedono di pari passo a quelle dell'information technology.
Ad un certo punto del processo evolutivo, può l'azione combinata di tendenze sintropiche, spingere una colonia di esseri monocellulari verso la formazione di un unico essere pluricellulare? Con questa ricerca non solo si cerca di descrivere tali tendenze, ma si tenta di dimostrare la possibilità che le stesse stiano spingendo la società umana verso la formazione di un unico essere macro-cellulare.
I processi autorganizzativi, osservabili sia nel mondo fisico che in quello biologico, opererebbero su più livelli per la messa a punto delle reti connettive del macro-organismo. Tra queste quelle informatiche e digitali descriverebbero soltanto l'aspetto esteriore di un cammino. La strutturazione della “fibra nervosa” di una macro-mente, si affiancherebbe alla progressione produttiva di protesi e deleghe cognitive da parte dei singoli individui. Che rappresenterebbero al contempo i costituenti del macro-organismo in divenire.
Partendo dall'assunto fondamentale che i sistemi complessi possiedano un valore aggiunto, rispetto a quello dato dalla somma dei propri componenti, si tenta di delinearlo per grandi linee, cercando in particolare di definirne i suoi effetti sui singoli.
Analizzando poi alcune esperienze, portate avanti per dimostrare la possibilità di influire sul comportamento di società miste, composte da animali ed agenti artificiali, ci si interroga su come ed in quale misura sia possibile condizionare in modo analogo il macro-organismo in via di formazione.


1.1 -Sistema comunicativo e codice universale di vita

La presenza di un sistema(1) di retroazione presuppone l'esistenza di un impianto comunicativo e di un codice per la trasmissione del feedback. L'assioma usato sul piano sociale da Watzlawich secondo il quale “non si può non comunicare” sembra valere parimenti sul piano biochimico e macroscopico. Anche la vita si trasmette attraverso il suo codice fondamentale. E le modificazioni di quest'ultimo sembrano legate a fenomeni cosmici...

-Informazione e vita
Un organismo si distingue per la varietà dei codici posseduti, per la capacità intrinseca ed estrinseca di elaborazione e risposta ai fenomeni. Esso, come motore bio-chimico è sostenuto dall'energia ottenuta dalla nutrizione e dal suo sistema di informazione. Ed un effetto basilare delle attività di un sistema vivente sembra essere proprio la produzione di informazione(2).
La vita appare sempre più come una realtà informativa e comunicativa, ove i messaggi vengono trasmessi secondo una vasta gamma di linguaggi il cui numero e complessità cresce in maniera proporzionale allo sviluppo degli esseri.
Anche i processi organizzativi e decisionali, necessari a contrastare l'entropia(3) e promuovere sintropia(4) possono essere visti, in ultima analisi, come sistemi di assetto delle informazioni.

-Codice universale di vita
Con la riproduzione, trasmettendo il codice genetico ad un altro, un essere compie l’atto comunicativo fondamentale. Se dunque la vita possiede un suo linguaggio universale, le strutture genetiche potrebbero equipararsi alle sue "grammatiche".
Il codice genetico subisce modifiche nel tempo ed è legato a processi cosmici. La presenza di aminoacidi, componenti essenziali dei geni e quindi essenziali per l'esistenza, è stata rilevata nella coda di molte comete(5), le quali fungono in questo senso da veri messaggeri cosmici(6). Molti batteri e virus riescono infatti a superare le condizioni estreme dello spazio siderale e sono stati trovati su meteoriti. Essi esistono in grande quantità nello spazio extraterrestre(7). Alcuni virus poi sono capaci di superare le barriere della cellula per integrarsi con parti del DNA della stessa, determinando cambiamenti informativi nel suo programma. Ciò sembra collegarsi con le vecchie teorie sulla panspermia cosmica.
Questa funzione assunta dai microrganismi nei meccanismi di controllo della vita, si accentua se considerata insieme alla capacità posseduta da molti di essi di causare malattie. La vita sembra far parte di un progetto più ampio, non riservato solo alla terra. Le radiazioni provenienti dallo spazio, inclusa la luce solare, essendo in grado di indurre modificazioni specifiche nel DNA degli esseri, potrebbero considerarsi forme di comunicazione che ci legano al cosmo. Lo stesso varrebbe forse per le onde gravitazionali. Pertanto, anche su un piano biochimico o macroscopico, sembra valere l'assioma di Paul Watzlawick secondo il quale "non si può non comunicare"(8).
Del resto anche il meccanismo di retroazione, rappresentando la “capacità dei sistemi dinamici di tener conto dei risultati del sistema per modificare le caratteristiche dello stesso”, deve pur avvalersi di un impianto per la comunicazione del feedback.
Così, da un punto di vista sistemico, discipline assai distanti come le scienze cognitive, la comunicazione, la biologia molecolare, la genetica, la cibernetica o la memetica sembrano affiancarsi per comporre le griglie interpretative di molti fenomeni.

1.2 -Dinamismo e diversità

La diversità sembra essere garanzia di dinamismo sia nei sistemi chimico-fisici che in quelli biologici. Nella società umana è così anche per i sistemi economici, dove la differente presenza dei beni origina i flussi alla base degli scambi. Ed anche in quelli sociali le differenze culturali generano grande vitalità...

-Dinamismo nei sistemi fisici e chimici
La tendenza all'equilibrio può essere spesso osservata in natura. Un liquido contenuto in due vasi comunicanti, ad es., tende a raggiungere lo stesso livello su entrambi i contenitori. L'azionamento di una pompa idraulica posta tra i due vasi può vincere questa forza e ristabilire un dislivello tra essi. Senza la pompa, la tendenza all'equilibrio genera un flusso diretto dal livello più alto al più basso. Con la sua introduzione invece, si può contrastare o invertire la direzione del flusso. E' così anche nei circuiti elettrici, dove la differenza di potenziale tra due poli genera una corrente di elettroni. Dal punto di vista meccanico poi, è possibile sfruttare il movimento di un flusso inserendo al suo interno un utilizzatore, cioè una macchina in grado di utilizzarlo in modo appropriato(9).
In natura, simili flussi, ciascuno dotato di caratteristiche proprie, sono spesso alla base del dinamismo e della sussistenza di molti sistemi. Semplificando si può affermare che essi si fondano su due forze precise: una è la tendenza alla compensazione (cioè all'equilibrio), l'altra è la tendenza alla differenziazione (la pompa nell'esempio sopra).
La stagnazione, provocata dall'esaurimento della tensione tra i poli, può essere causa di epilogo per un sistema. In tal caso l'introduzione di un idoneo meccanismo a “pompa” potrebbe garantirne il giusto dinamismo, in grado di impedirne la morte(10). È quindi evidente che un'adatta tensione all'interno del sistema sia l'importante condizione che genera il flusso energetico, a sostegno del suo dinamismo.


-Dinamismo nei sistemi economici e sociali
È possibile traslare sul piano degli impianti economici e sociali questi principi. In un sistema economico la presenza di determinati beni da una parte, crea un movimento degli stessi diretto verso un'altra ove gli stessi scarseggiano. Ed essendo l'economia basata sullo scambio, il flusso sarà biunivoco. E gli utilizzatori, intercettandolo, saranno in grado di sfruttarlo per ricavarne utili; ad es. commercianti, agenzie finanziarie o uomini d'affari.
L'intuizione della moderna economia di mercato sta proprio nel riconoscere che un flusso, quello formato dal movimento dei beni unitamente all'energia dei singoli, costituisca il motore alla base dei sistemi economici(11). Ha tuttavia creduto erroneamente che la concorrenza fosse la forza principale alla base del dinamismo sociale. Certamente la competizione genera energia. Ma la creazione di una società dinamica attraverso il potenziamento dell'antagonismo e della rivalità tra i suoi membri non produce risultati accettabili. Vari esperimenti scientifici, tra cui quelli celebri condotti in psicologia sociale da Muzafer Sherif, confermano come, un meccanismo fondato sulla concorrenza non cooperativa conduca alla disgregazione del gruppo, mentre uno basato su collaborazione e solidarietà porti al suo consolidamento.
Se, nel mondo dell'economia è la diseguale presenza dei beni a creare i principali flussi, nei gruppi sociali anche le diversità culturali generano potenti tensioni alla base dei mutamenti. Le molteplici varietà sono quindi essenziali e dovrebbero essere favorite per assicurare il dinamismo sociale.
Un fatto tuttavia è evidente ed importante per il nostro ragionamento. Anche alla base del dinamismo e della diversità, sia nei sistemi fisico-chimici (almeno a garanzia del feedback), che in quelli economico-sociali, è presente un meccanismo di tipo comunicativo.

1.3 -Intelligenza e depositi collettivi di memoria

L'intelligenza collettiva assume un aspetto cruciale nello sviluppo dell'intelligenza del singolo. Bambini cresciuti in situazioni estreme o allevati da animali, non hanno saputo sviluppare capacità diverse da quelle di altri primati. Perciò non è tanto il contesto naturale che contribuisce a sviluppare l'intelligenza, ma specialmente quello linguistico e culturale...

-Pensiero e Intelligenza individuale
Sul piano sociale dunque, l'esistenza di più poli culturali è garanzia di vitalità. Analogamente nel singolo la presenza di un vasto numero di memorie esperienziali garantisce il dinamismo intellettuale. E il pensiero si potrebbe allora rappresentare come un vivace flusso elaborativo tra esse.
L'esperienza, generata dall'interazione con i diversi contesti, viene dunque memorizzata in impressioni. Partendo da queste, l'attività elaborativa del pensiero crea idee che, grazie a ulteriori elaborazioni producono concetti, poi teorie o visioni del mondo in continua trasformazione. Anche tutto ciò trova spazio nei vasti magazzini della memoria. E contribuisce a generare la conoscenza individuale necessaria ad interpretare e valutare i fenomeni. E valutare è importante per prendere decisioni finalizzate al raggiungimento di obbiettivi.
Con la parola intelligenza si esprimono una serie di capacità dell'individuo(12). Nel singolo queste sono interconnesse, più o meno sviluppate di altre ed in grado di espandersi. Alla nascita l'uomo non è più intelligente di altri animali. Osservando le esperienze di bambini allevati da altri animali(13) o cresciuti in situazioni estreme, si è notato che essi non hanno saputo sviluppare capacità diverse da quelle di altri primati. Quindi non è tanto il contesto naturale a favorire lo sviluppo dell'intelligenza, ma specialmente quello linguistico e culturale riferito alla collettività di appartenenza(14).
Le diverse intelligenze andrebbero valutate mediante l'analisi delle interazioni del soggetto in contesti reali. I test possono dare indicazioni illuminanti, ma hanno poco valore se non sono affiancati da osservazioni in situazioni concrete.
L'intelligenza poi, viene spesso considerata come una dote statica. Al contrario, il feedback esistente tra intelligenza individuale e contesto genera l'esperienza e modifica le capacità intellettive e di risposta del singolo. L'intelligenza, che ha potenzialità plastiche, segue quindi un percorso da monitorare nel tempo con diversi tentativi di misurazione contestuale.

-Intelligenza e memoria collettiva
L'intelligenza tuttavia non sembra essere esclusiva prerogativa del singolo ma anche del gruppo. Modi di agire collettivi portano a risultati ottenibili solo grazie alla cooperazione coordinata tra più individui. Si pensi alle opere sociali delle colonie di api o di formiche, non determinate dalla volontà di un singolo ma da una sorta di intelligenza collettiva.
L'autorganizzazione(15) di una colonia di insetti e le fasi decisionali collettive in ambienti misti formati da animali e da agenti artificiali, studiati da Josè Halloy(16) e dalla sua équipe, dimostrano come, i singoli individui, influenzati dalle interazioni sociali con i propri simili e con i microrobot artificialmente inseriti nella colonia, prendano decisioni diverse dalle proprie preferenze individuali, al fine di raggiungere un obiettivo autorganizzativo di gruppo.
Alcuni progetti collettivi tuttavia, potrebbero non essere frutto esclusivo dell'autorganizzazione ma potrebbero risiedere in una qualche forma di memoria. Il progetto di un alveare ad es. è depositato nella mente di ogni singola ape o esiste una forma di intelligenza collettiva che si avvale anche di depositi sociali di memoria?
Sia che si tratti di processi di autorganizzazione più volte osservati anche nella chimica inorganica(17), sia che si tratti di processi governati da una intelligenza collettiva, ancora una volta, la riflessione si sposta sugli aspetti comunicativi ed informativi. Essi sembrano non solo alla base dell'intelligenza individuale e collettiva. Ma paiono condizionarne lo stesso sviluppo. Ciò è dimostrato dalla progressiva e correlata espansione della corteccia cerebrale degli individui cresciuti in ambienti comunicativamente e culturalmente complessi. E dal corrispondente aumento di complessità nelle loro società.

2 -L'avvento del Macro-essere

2.1 -Infrastrutture di una rete cognitiva collettiva

Collegati da un intreccio fatto di fibre ottiche e sistemi satellitari, potenti server e mainframe costituiscono i “neuroni” di una rete che avvolge tutto il pianeta. È una rete mista, informatica e telematica comprendente diverse tipologie di enti, dispositivi ed esseri in comunicazione tra loro.
L'incremento dell'interazione uomo-macchina, lo sviluppo di sistemi di sintesi e traduzione automatica in tempo reale, contribuiranno inoltre all'ulteriore abbattimento di barriere linguistiche e geografiche all'interno della società umana. Il telecommuting (telelavoro), l’implementazione del groupware, del pensiero collettivo di team collegati in rete attorno a progetti condivisi, trasformano nel contempo consuetudini individuali e sociali, incluse quelle organizzative dei contesti produttivi...
Tali cambiamenti nelle forme di interazione sociale stanno provocando modificazioni profonde sia nei comportamenti collettivi che nella sfera cognitiva del singolo.
Quali effetti potranno avere sulla evoluzione della specie umana?

2.2 -Lo sviluppo dei processi comunicativi alla base dell'aggregazione funzionale degli esseri
Ogni organismo pluricellulare evidenzia, con la sua struttura, la storia passata della propria evoluzione. Con il numero delle sue cellule, dotate ognuna di memoria e specificità individuali, tradisce la probabile derivazione da una colonia primordiale di esseri monocellulari. Ciò suggerisce l'ipotesi che esista in natura un processo di aggregazione evolutiva tra colonie di unità unicellulari individuali di natura sintropica, con la conseguente formazione di esseri pluricellulari. In tali organismi, ogni cellula, pur mantenendo la propria singolarità, è disposta all’interno di precise gerarchie funzionali.
Ad un punto determinato della sua storia evolutiva, la colonia cesserebbe di essere una semplice aggregazione sommativa di esseri unicellulari. E si trasformerebbe in un organismo dotato di una sua individualità specifica. Grandemente più complessa rispetto a quella dei singoli organismi che lo compongono. E con una elevata capacità di reazione agli stimoli.
Quando, come, perché scocchi quella scintilla, capace di mutare un insieme di esseri unicellulari in un ente pluricellulare unitario, dotato di individualità propria, non è stato ancora scoperto. Sembra tuttavia evidente che lo sviluppo evolutivo sia, "in primis", direttamente legato alla costruzione di percorsi comunicativi sempre più complessi, estesi e sofisticati. Che sembrano avere come ultima conseguenza la trasformazione di aggregazioni cellulari in esseri individuali.

2.3 -Verso l'apparizione di una Macro-entità sociale?

Lo sviluppo dei processi comunicativi pare quindi rappresentare uno dei fattori chiave per l'evoluzione degli organismi. L'aumento dei livelli di interazione sembra rafforzare inoltre le tendenze aggregative anche all'interno delle comunità di esseri pluricellulari superiori.
In particolare, molte di queste apparirebbero come “sociali” non solo per le strutture collaborative messe in atto. Ma soprattutto per l'estrinseco sviluppo di connessioni e strategie comunicative sempre più estese e diversificate. Capaci di rispondere in maniera coordinata e coerente alle sollecitazioni esterne.
Raggiunto il loro punto di massima evoluzione, queste comunità si troverebbero di fronte ad un momento di cambiamento paradigmatico.
Verso quale nuovo gradino evolutivo sarebbero dunque dirette le comunità di esseri pluricellulari più sviluppate?
È possibile ipotizzare che una società umana, evoluta e complessa in rapporto alle sue strutture comunicative, segua gli stessi sviluppi aggregativi precedentemente descritti?
Se la risposta fosse affermativa, saremmo di fronte alla generazione di una nuova macro-entità, provvista di una propria individualità specifica. Che sta celermente approntando le connessioni comunicative più sofisticate. Ed in tal senso ognuno di noi sarebbe sua parte integrante.

Un'ipotesi globalizzante di questo tipo è stata fatta anche per il pianeta Terra. Quando James Lovelock(18) propose il concetto di Gaia in fondo introdusse una visione sistemica di fatti anche apparentemente scollegati. Tuttavia l'ipotesi che vede la terra come un essere vero e proprio, non è nuova. Anche Leonardo da Vinci nel Codice Leicester elaborò una teoria secondo la quale il pianeta Terra era un organismo vivente. Su questo tema, non molti anni fa Stephen Jay Gould presentò alla Royal Geographical Society i risultati del suo studio. Leonardo individuò inoltre un'analogia tra gli elementi del corpo umano e quelli della terra. Quest'ultima era composta dei medesimi elementi che circolano nell'uomo tenendolo in vita.


2.4 -Formazione della Macro-mente
La formazione delle potenti impalcature comunicative sembra essere accompagnata da un corrispondente mutamento adattativo delle strutture cognitive e di conoscenza dei singoli. Tale sviluppo è implicito per la relazione a feedback(19) che lega intimamente gli esseri all'ambiente. Ed è opportuno chiedersi quali riflessi abbia per la cultura umana nel suo complesso. Assieme al repentino incremento di ambienti virtuali, si evidenzia il passaggio verso un’intelligenza collettiva(20), connettiva(21) e di rete, che assume un'importanza progressivamente maggiore rispetto a quella individuale. I depositi della conoscenza da personali e centralizzati tendono a divenire collettivi e diffusi. Si accelera la realizzazione di protesi cognitive per accedere al grande intreccio di conoscenze in continua formazione. Molte capacità una volta tipiche dell'individuo, vengono estroflesse.
Sia o no il fenomeno in atto un processo autopoietico, occorre comunque lo sforzo di osservarlo con attitudine exofisica. Apparirà allora evidente come il soggetto che conosce sia sempre più un ente collettivo dotato di un'intelligenza connettiva. Provvisto di una mole di informazioni che nessun singolo possiede. Sommata a capacità incrementali di elaborazione e risposta in tempo reale. Questo è il più grande cambiamento che oggi si stia realizzando in campo cognitivo.


2.5 -Manifestazioni ed effetti
La macro-mente collettiva costituisce forse la base “psichica” intorno alla quale la presunta macro-entità sociale in divenire verrebbe a strutturarsi?
Se così fosse molte sarebbero le sue manifestazioni assieme agli effetti direttamente osservabili.
La conoscenza umana, da individuale e centralizzata, diviene collettiva e diffusa anche in virtù del processo di digitalizzazione dei dati. In tal modo si aumenta la portabilità delle informazioni e si riducono, nel contempo, gli spazi destinati alla loro archiviazione.
Tale andamento favorisce inoltre la disconnessione di lingue e culture dal loro tradizionale legame con gli spazi geografici. Che si somma alla maggiore tendenza alla mobilità individuale provocata dalla globalizzazione.
Analogamente gli spazi di incontro tendono a sganciarsi dagli spazi fisici, nascono in rete virtual spaces di ritrovo e socializzazione, dotati di proprie “culture” specifiche. Anche tali contesti immateriali di scambio sono destinati a produrre modificazioni notevoli sul livello cognitivo del singolo. E, sul piano della conoscenza, l’aggiunta di microcosmi virtuali a quelli fisici equivarrà alla scoperta di nuovi mondi.

"Uno dei principali effetti della digitalizzazione è quello di rendere fluido tutto ciò che è solido". Citando Marshall Mc Luhan, Paolo Manzelli del Laboratorio di Ricerca Educativa dell’Università di Firenze(22), sottolinea un fenomeno oggi evidente in tutti i settori. Nella sfera finanziaria, in particolare, il passaggio dal Market place al Market space, accentua la scomparsa graduale della classica corrispondenza ad una realtà "solida" e oggettiva di molti prodotti finanziari.
L'intelligenza digitale, e molti processi artificiali incentrati su di essa, richiedono, col passare del tempo, quantità di energia esponenzialmente minori in relazione alla quantità di lavoro svolto. Alla pari di molti sistemi biologici, la macro-mente è alla continua ricerca dell'efficienza energetica. Sia per esplicare le sue reazioni esoergoniche che per quelle endoergoniche(23).
La macro-intelligenza in formazione richiede il continuo abbandono o aggiornamento di codici obsoleti, parallelamente alla creazione di nuovi, specializzati a seconda dei livelli operativi. Similmente, questo processo è evidente anche per gli strumenti linguistici usati sul piano sociale, ove si assiste ad un aumento della complessità nelle lingue dominanti, con la produzione crescente di nuovi termini e vocaboli. A cui si contrappone la veloce sparizione di molte lingue minoritarie.
Questo continuo andamento adattativo, tipico di un sistema autorganizzato(24), consente delle analogie, su piano microscopico, con le fasi plastiche generative e degenerative delle connessioni nervose encefaliche nei singoli individui. Ed in particolare con il rafforzamento e la propagazione selettiva dei collegamenti sinaptici in funzione del contesto.
La formazione dei sofisticati percorsi comunicativi in atto nella società umana, potrebbe delinearsi come la strutturazione della “fibra nervosa” di un “essere” macro-cellulare in divenire. Un macro-essere risultato di una quantità eccezionale di processi tra loro interagenti. Un sistema ad altissima complessità(25). Che, come tutti i sistemi complessi possiede un valore aggiunto notevolmente maggiore della semplice somma dei suoi componenti. Con un comportamento globale non riducibile alla semplice somma dei comportamenti dei suoi costituenti, ma dipendente dalle mutue interazioni tra questi ultimi.

Sarebbe lecito a questo punto tentare di identificare la fisionomia generale e le tendenze comportamentali principali, espressione del valore aggiunto della macro-entità descritta. Operazione essenziale per delineare il suo impatto, sia nei confronti degli altri macrosistemi che del singolo costituente.
Le già citate esperienze di Halloy sul comportamento delle società miste composte da animali ed agenti artificiali(26), sembrano confermare l'enunciato precedente riferito ai sistemi complessi: il comportamento del macro-essere sarà diverso da quello espresso dalla somma delle volontà o delle intelligenze dei suoi componenti. Ma, le stesse esperienze fanno intuire come, con l'introduzione di adatti sottosistemi artificiali, sia possibile influire sensibilmente sul comportamento di un macro-sistema sociale.
Attraverso l'analisi biostatistica (27) e bioinformatica(28), con un approccio che utilizzi gli strumenti della cibernetica, della teoria dei sistemi(29), della biologia dei sistemi(30), della teoria del controllo(31) è possibile comprendere, intuire ed eventualmente tentare di influenzare le tendenze del macro-essere da parte di associazioni interne di suoi componenti. Tutto ciò sta già avvenendo.

Conclusione
Il panorama descritto propone una lettura di alcune variabili dei processi in atto, al fine di individuare una delle svolte evolutive possibili per la società umana.
I possibili scenari che accompagnerebbero un percorso macroevolutivo come quello ipotizzato sono densi di interrogativi. Paradossalmente, accanto alle potenzialità, si delineano sempre i rischi. Non ultimo quello di un controllo crescente sui singoli.
Da un lato, lungo il percorso potrebbe essere favorito l'avvento di forme dirette di partecipazione di ognuno. Dall'altro, al contrario, un'orwelliana distopia totalitaria, potrebbe diventare realtà.
Tuttavia, spostandoci dagli aspetti politico-sociali e tornando al piano della conoscenza, che ne sarà delle competenze dei singoli nel macro-essere in formazione?
Ognuno tratterrà per sé soltanto alcune facoltà e saperi ma, gradualmente, ne potenzierà altri. Questo processo è governato in parte dalla retroazione continua tra la macro-intelligenza e le intelligenze individuali. Esso favorisce nei singoli, con effetto progressivo, un maggior sviluppo di specializzazione e di creatività.

“Quando il processo di dematerializzazione è accelerato conta più la creatività cognitiva dell'uomo che non gli oggetti ed i consumi energetici. Già Francis Bacon (Francesco Bacone) (1561-1626) nella sua opera New Atlantis si immaginò che: Quando le macchine avranno sostituito il lavoro ripetitivo dell’uomo ad esso resterà lo spazio esclusivo del lavoro di ricerca scientifica sociale e culturale, al fine di spingere ancora più in alto la creatività collettiva della umanità”(32).


Bibliografia

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-Manzelli, P., 2008 - Laboratorio di ricerca educativa dell'Università di Firenze. “Studio dei processi metabolici dell'alimentazione” . Relazione

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-Maturana, H.R., Varela, F.J., 1987, L'albero della conoscenza, Milano, Garzanti [El árbol del conocimiento, 1984]

-Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D. 1967,- Pragmatics of Human Communication, 1967, New York, W.W. Norton Tr. it.: Pragmatica della Comunicazione Umana, 1971, Roma, Astrolabio, ISBN 8834001427.

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Note
(1)Un sistema (dal latino systēma, dal greco σύστημα systēma) è una qualsiasi identità composta da entità connesse tra loro tramite reciproche relazioni.
(2)Si vedano in particolare gli studi di Il'ja Romanovič Prigožin (Ilya Prigogine).
(3)Tendenza dei sistemi fisici ad incrementare il loro disordine con il tempo.
(4)Principio coesivo, opposto a quello fisico e dissipativo di entropia e tipico dei sistemi viventi
(5)Vedi Hoyle, F. 1983
(6)Nel 1953 Stanley Miller, annunciò per primo la possibilità di auto-formazione di molecole basilari per la vita. In base a diversi esperimenti gli aminoacidi potrebbero formarsi spontaneamente nell'universo. Un gruppo di astrobiologi della NASA ha provocato la formazione di aminoacidi (glicina, alanina e serina) irradiando luce ultravioletta su del "ghiaccio spaziale" (cioè del ghiaccio comune insieme a molecole semplici).

(7)Batteri fossili e spore di virus sono stati trovati su meteoriti. Cyril Ponnamperuma dimostrò l'esistenza di aminoacidi extraterrestri nel meteorite di Murchison caduta in Australia nel 1970. Seguì l'analisi di altre meteoriti contenenti aminoacidi e altre sostanze organiche. 3,8 miliardi di anni fa sulla terra i microbi erano l'unica forma di vita. Essi popolarono il globo, da soli, per 3 miliardi di anni. Esistono batteri capaci di sopravvivere in condizioni estreme, sia di temperatura che di pressione. Il Deinococcus radiodurans, ad es., che vive un po’ ovunque sulla terra, è capace di resistere a radiazioni superiori agli 1,5 milioni di RAD (Nessun mammifero sopravvive a radiazioni di 1000 RAD), perché riesce a riparare in pochissimo tempo il suo DNA distrutto, riassemblando velocemente i pezzi dei suoi cromosomi. All'Università di Napoli sono stati studiati minuscoli microbi (cristallomicrobi o "cryms"), di dimensioni di millesimi di millimetro. Tali batteri sono "estremofili", cioè resistenti a temperature di migliaia di gradi o a pressioni di migliaia di atmosfere. Estratti dal meteorite i microrganismi erano in grado di riprodursi. Batteri simili furono rinvenuti anche in un meteorite caduto in Australia nel 1969. In Antartide nel 1984 fu poi rinvenuta quella che viene considerata la traccia di vita più antica: un meteorite di 3,9 miliardi di anni con analoghe formazioni fossili, risalente a quando la Terra era ancora priva di forme di vita. (vedi anche http://www.luciopesce.net/zoologia/vita2.html).
(8)Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D. 1967
(9)Un fenomeno analogo avviene in chimica con l'osmosi. Quando ai due lati di una membrana semipermeabile si trovano soluzioni a diversa concentrazione, si genera un movimento di molecole diretto dalla soluzione ipotonica (meno concentrata) verso quello della soluzione ipertonica (più concentrata) che termina solo quando le due soluzioni diventano identiche (isotoniche).
(10)Un complesso costituito da una persona in bicicletta ad es., permane solo quando esiste il dinamismo generato dalla forza del piede sul pedale. Ad una certa velocità minima “critica”, questo apparato conducente/bicicletta perde il suo equilibrio. Ogni sistema sussiste quindi grazie al suo dinamismo e possiede proprie velocità critiche.

(11)Le società prive di differenziazioni o con eccessi di omologazione, in quanto prive di dinamismo interno, sono quindi destinate a morire. Ciò non significa naturalmente che l'economia di mercato sia il sistema economico ideale. Con un eloquente es. Ravi Batra sintetizzava l'economia di mercato pressapoco così: In una stanza sono presenti alcuni lupi (i capitalisti) ed un gregge di pecore. Ogni tanto i lupi divorano una pecora, evitando al gregge la sovrappopolazione (e quindi la carestia). Le pecore, a loro volta, nutrono i lupi per non farli morire di fame. Il sistema sussiste fin quando vi è un equilibrio tra il numero delle pecore ed il numero dei lupi. Se esso viene a mancare, anche a causa di un eccesso di voracità dei dei lupi (naturalmente altre cause sono possibili: un eccesso di nascite di lupi, un decremento del numero di pecore causato da un'epidemia o da una bassa natalità ecc..), tutte le pecore verranno uccise, i lupi moriranno di fame e il sistema entrerà in crisi. L'esempio può apparire cinico ma rappresenta in modo ironico l'attuale realtà economica.
(12)Vedi la teoria delle “Intelligenze Multiple” di Howard Gardner 1983.
(13)Si pensi ad es. ai vari studi dell'800, inclusi quelli di Jean Marc Gaspard Itard, che ispirarono anche Maria Montessori, a cui seguirono molti altri.
(14)William Greenough professore di psicologia all'Univerità dell'Illinois (USA), ha dimostrato con le sue esperienze l'influenza degli ambienti complessi, sia sullo sviluppo delle connessioni sinaptiche e dendritiche, sia sulla grandezza stessa delle cellule nervose. L'aumento della complessità ambientale, e quindi linguistica, è a tutto vantaggio dell'individuo, in quanto portatrice di un corrispondente aumento della complessità strutturale dell'encefalo. I celebri esperimenti di Mark Rosenzweig dell'Università di California a Berkeley dimostrano poi l'influenza dell'ambiente sullo sviluppo della massa cerebrale dei ratti, e di conseguenza sul comportamento degli stessi. Secondo gli esiti delle ricerche un ambiente arricchito è capace di influenzare lo sviluppo della corteccia cerebrale dei ratti, che pesava al termine degli esperimenti il 4% in più di quella dei ratti vissuti in un ambiente impoverito, anche se questi erano più grassi. Le porzioni di corteccia in aumento erano proprio quelle correlate con gli stimoli provenienti dall'ambiente arricchito (in questo caso la zona in aumento era quella corrispondente alla percezione visiva). Con David Krech dimostrò in particolare che anche i ratti posti in ambienti sociali sviluppano maggiormente la corteccia cerebrale rispetto ai ratti posti in isolamento. Rosenzweig dimostra poi l'indebolimento delle sinapsi poco usate nei suoi esperimenti con i topi. Diversi ricercatori, particolarmente quelli del Salk Institute di San Diego (USA) hanno scoperto che i neuroni della zona ippocampale si possono rigenerare. Innumerevoli poi sono i progressi fatti dalla scienza sulle sostanze capaci di intervenire direttamente ed in maniera selettiva sulle funzioni cerebrali. Molte sono le patologie che tendono ad alterare l'umore con conseguenti danni temporanei sulle capacità di apprendimento. La scoperta di sostanze come ad es. la reboxetina che agisce sulla depressione profonda o della paroxetina, che interviene nelle patologie cosiddette sociali come la timidezza, l'ansia e la difficoltà nei rapporti con gli altri con conseguenti attacchi di panico ecc. ci danno solo un idea delle varie e possibilità di interagire con il complesso funzionamento delle funzioni cerebrali.

(15)Autoorganizzazione: organizzazione che non e’ imposta dall’esterno ed emerge spontaneamente. La materia si può organizzare per dar luogo a organizzazione e dinamiche che potevano essere precedentemente assenti e che non sono caratteristiche dei singoli elementi componenti.
(16)José Halloy, biologo teorico presso la Libera Università di Bruxelles si è occupato, insieme ai suoi colleghi, nell'ambito del progetto LEURRE, di studiare il comportamento globale di società miste composte da animali ed agenti artificiali (insbot). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista «Science».
(17)Un esempio di autorganizzazione sono i cristalli, minerali contraddistinti da un assetto ordinato di atomi ai vertici di una struttura reticolare. Si pensi anche alle reazioni oscillanti, reazioni chimiche ove le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti variano periodicamente. Tra queste ricordiamo gli orologi chimici, come la reazione tipo Belousov-Zhabotinsky1, ove il manganese contenuto in un miscuglio di sostanze chimiche, preparato in una particolare soluzione, oscillando fra 2 diversi stati di ossidazione, provoca una variazione di colorazione periodica di circa 4 sec di periodo.
(18)Lovelock J. E., 1972
(19)Il concetto di feedback, o retroazione, centrale nella cibernetica, ha un ruolo fondamentale nei processi comunicativi.
(20)Pierre Levy, 1994

(21)Derrick de Kerckhove, 1995

(22)Manzelli, P., 1999
(23)I termini sono traslati dalla biochimica. Reazioni esoergoniche: che producono energia, Reazioni endoergoniche: che richiedono energia.
(24)L'autoorganizzazione è uno dei comportamenti tipici dei sistemi complessi e l'adattamento è, ad es., un tipico comportamento autoorganizzato. I sistemi complessi in natura si adattano: all'ambiente, alla disponibilità di cibo, alle malattie...
(25)I sistemi complessi, siano essi gli aggregati neuronali del cervello umano, un gruppo sociale, un uragano, una società per azioni, o una qualsiasi macrostruttura biologica, non possono essere rappresentati dalla somma delle loro parti. E' celebre il detto che “la somma delle parti che lo compongono non rappresenta un orologio”. È il progetto, con la descrizione della disposizione funzionale dei suoi pezzi, che genera l'orologio.

(26)José Halloy, e colleghi hanno dimostrato come i modelli di autorganizzazione degli scarafaggi ed il loro processo decisionale potevano essere influenzati da microrobot (insbot) socialmente integrati. Gli insbot di forma e dimensione diversi dagli scarafaggi, venivano cosparsi dai ferormoni utilizzati dagli scarafaggi per riconoscersi. In una parte dell'esperimento i ricercatori hanno tentato di influenzare il comportamento classico degli scarafaggi di rifugiarsi in luoghi bui, attraverso la modulazione delle scelte dei robot verso i luoghi luminosi. Halloy e la sua équipe solo in alcuni casi sono riusciti nel loro intento, mentre in altri gli stessi robot hanno seguito gli scarafaggi nel rifugio più buio. I robot sono stati in qualche modo indotti dal sistema a scegliere il rifugio buio a causa dell'interazione sociale. Ma anche gli scarafaggi, pur preferendo rimanere al buio, percependo la presenza degli altri compresa quella dei robot, finiscono per trovarsi nel luogo luminoso a causa delle interazioni sociali, e non a causa di una scelta determinata esclusivamente dalle preferenze personali. Tuttavia, dalle statistiche è emerso che, nel 60% circa dei casi, la scelta degli insbot è ricaduta sul rifugio più luminoso. Per questo, secondo i ricercatori il comportamento degli animali che vivono in gruppo può essere controllato da dispositivi autonomi intelligenti. Ciò dimostra che sistemi complessi possono essere influenzati, ed in qualche modo controllati, dall'inserimento di gruppi di sistemi artificiali o biologici".

(27)Biostatistica: applicazione della statistica alla biologia.
(28)Bioinformatica: l'applicazione dell'information technology al campo della biologia. Il termine fu coniato nel 1978 da Paulien Hogeweg.

(29)Systems theory o sistemica (systemics): area di studi interdisciplinari che si occupa delle proprietà di un sistema nella sua interezza. Essa fu fondata negli anni 1950 da Ludwig von Bertalanffy, William Ross Ashby ed altri. Abbraccia e trova applicazioni e nuove idee praticamente tutte le scienze.
(30)Systems biology: campo di studio interdisciplinare che studia gli organismi viventi come sistemi che si evolvono nel tempo, ossia nell'interazione complessa delle parti che li compongono.
(31)Control theory: è una branca interdisciplinare dell'ingegneria e della matematica che ha a che fare con il comportamento dei sistemi dinamici. L'output desiderato di un sistema è chiamato reference. Quando una o più variabili di un sistema abbisognano di seguire una certa reference over time, un controller manipola gli inputs di un sistema per ottenere l'effetto desiderato sull'output del sistema.
(32)Manzelli, P., 1999.

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